Miscellaneous - Part 3

posted by sab on 2006/05/10 16:26

[ Miscellaneous ]

Nachrichten aus der Prekarität, genauer gesagt aus einem netten und lustigen, aber doch irgendwie zwangsverordneten html-Kurs, u.a. für schwer vermittelbare Geisteswissenschaftler.

Und alles hat auch gute Seiten: so stieß ich z.B. auf folgenden netten Text von Herrn Žižek, und lernte darüber hinaus, seinen Namen endlich richtig darzustellen.

Diesen Genuß möchte ich der verehrten Blogleserschaft, ob selbst Anhänger des San Precario oder auch nicht, natürlich nicht vorenthalten:
Aus dem Osservatorio Balcani vom 9.5. hier nun Žižeks Lösungsvorschlag aus den religiösen Krisen - zurück zum guten alten Atheismus. Allerdings auf Italienisch.

L'eredità dimenticata della cultura europea
Per secoli ci siamo sentiti dire che senza religione siamo dei meri animali egoisti
che lottano fra di loro soltanto per se stessi. Ci siamo sentiti dire che la nostra morale
è simile a quella di un branco dei lupi. Soltanto la religione, ci è stato ripetutamente
detto, ci può innalzare ad un livello spirituale superiore. Oggi che la religione sta
divenendo sempre più un'ispirazione per omicidi e violenze in tutto il mondo,
la convinzione che i fondamentalisti cristiani o musulmani o indu stiano soltanto abusando
di noi oppure che stiano snaturando i nobili messaggi spirituali delle loro religioni
sembra sempre di più vana. E perché non restituire dignità all'ateismo, una delle più
grandi eredità della cultura europea e forse la nostra unica chance per la pace?

Più di cento anni fa Dostojevski, nei Fatelli Karamazov e in altre sue opere, metteva
in guardia dal pericolo della morale del nichilismo ateo, affermando che in realtà se
Dio non esiste tutto è lecito. Il filosofo francese Andre Glucksmann ha addirittura
applicato la filosofia di Dostojevski del nichilismo ateo all'11 settembre, intitolando
il suo libro Dostojevski a Manhattan.

Questa argomentazione è del tutto sbagliata: la lezione che stiamo imparando dall'odierno
terrorismo è che se Dio esiste, allora tutto, incluso anche far saltare in aria mille
passanti innocenti, è lecito - almeno soltanto per quelli che dicono di agire direttamente
in nome di Dio visto che, ovviamente, il legame diretto con Dio giustifica la violazione
dei semplici divieti umani e del rispetto. In breve, i fondamentalisti non si distinguono
più dai comunisti stalinisti “atei”, ai quali era concesso tutto dato che vivevano se
stessi come gli strumenti diretti della loro divina Necessità Storica del Progresso Verso
il Comunismo.

Durante la settima crociata guidata da San Luj, Yves le Breton scrisse di aver incontrato
una volta una vecchietta che camminava per strada portando in una mano una ciotola nella
quale bruciava il fuoco, e nell'altra mano una ciotola piena d'acqua. Quando le chiese
perché portasse due ciotole, la vecchietta gli rispose che con il fuoco farà bruciare il
Paradiso fino a che non rimanga più niente, e con l'acqua spegnerà i fuochi dell'inferno:
“Perché non voglio che qualcuno faccia del bene per avere il Paradiso come premio o per
paura dell'Inferno, ma esclusivamente per amore verso Dio.” Oggi questa corretta opinione
dell'etica cristiana vive principalmente nell'ateismo.

Le buone opere, o almeno quelle che s'intendono come tali, i fondamentalisti le compiono
per soddisfare la volontà di Dio e per guadagnarsi la salvezza, e gli atei semplicemente
perché è corretto. Non si tratta, forse, della nostra più elementare esperienza morale?
Quando faccio una cosa buona, non lo faccio guardando Dio, per meritarmi la grazia di Dio,
ma lo faccio perché altrimenti non riuscirei a guardarmi allo specchio. L'atto morale per
definizione è un premio di per sé. David Hume, che era credente, lo ha ribadito in modo
molto forte quando scrisse che l'unico modo per rispettare veramente Dio è agire in modo
morale, ignorando l'esistenza di Dio.

Due anni fa gli europei discussero se il preambolo della Costituzione europea dovesse
menzionare il cristianesimo come parte principale dell'eredità europea. Come al solito,
si è arrivati ad una soluzione di compromesso, sotto forma di referenza verso le nozioni
generali della “eredità religiosa” dell'Europa. Ma che ne è della più cara eredità moderna
dell'Europa: l'ateismo? Ciò che fa dell'Europa moderna un elemento unito è che essa è
la prima ed unica civiltà nella quale l'ateismo è stato interamente un'opzione legittima,
e non un ostacolo all'adempimento delle funzioni pubbliche.

L'ateismo è l'unica eredità europea per la quale vale la pena lottare, e non solo perché
assicura uno spazio pubblico per i credenti. Mi ricordo le discussioni che infuriavano
a Lubiana, la capitale della Slovenia, la mia patria, mentre bolliva la controversia sulla
Costituzione: bisognava o no permettere ai musulmani (per lo più emigrati dalle ex
repubbliche della Jugoslavia) di costruire la moschea? Mentre i conservatori erano contrari
alla moschea per motivi culturali, politici, e persino architettonici, il settimanale
liberale Mladina ostinatamente era a favore della costituzione della moschea, avendo in
mente i diritti delle persone delle altre repubbliche jugoslave.

Tenendo conto della posizione liberale di Mladina, non sorprende che questo settimanale
sia stato fra le rare pubblicazioni in Slovenia che hanno ripubblicato le caricature
diffamate di Maometto. E, in armonia con ciò, coloro i quali hanno espresso la più grande
“comprensione” per le violente proteste musulmane suscitate da tali caricature erano quelle
stesse persone che regolarmente esprimono la loro preoccupazione per il destino del
cristianesimo in Europa.

I musulmani europei si trovano dunque ad affrontare una scelta difficile: l'unica forza
politica che non li riduce a cittadini di secondo ordine e gli dà abbastanza spazio per
esprimere la loro identità religiosa sono gli atei “i senza dio”, i liberali. Quelli che
gli sono più vicini per la sociale prassi religiosa, cioè coloro che sono il loro riflesso
cristiano allo specchio sono anche i loro più grandi nemici politici. Il paradosso sta
nel fatto che gli unici veri alleati dei musulmani non sono quelli che per primi hanno
pubblicato le caricature per l'effetto shock, ma coloro che, in segno di sostegno
all'ideale della libertà di espressione, hanno ripubblicato quelle caricature.

Il vero ateo non ha bisogno di vantarsi delle sue opinioni provocando i religiosi
con la blasfemia, ma respinge anche di ridurre il problema delle caricature di Maometto
alla questione del rispetto delle convinzioni altrui. Rispettare le convinzioni altrui
come il più grande valore può significare solo una di queste due cose: o trattiamo
l'altro patronizzandolo ed evitiamo di ferirlo per non distruggere le sue illusioni,
o accettiamo l'opinione relativista sui “regimi della verità” plurali, e quindi
squalifichiamo, come imposizione violenta, qualsiasi netto insistere sulla verità.

Ma perché non sottoporre l'Islam - insieme a tutte le altre religioni - alla rispettabile,
ma allo stesso tempo non meno spietata, analisi critica? Questo, e soltanto questo, è il
modo in cui possiamo esprimere veramente il rispetto verso i musulmani: trattarli come
persone serie e adulte responsabili delle loro convinzioni.

Di Slavoj Žižek


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This is a part of the collage 'The Black File' by Croatian artist Sanja Ivekovic, who will be represented at documenta 12 (16/6-23/9) in Kassel this year.

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